Un tempo vi erano i comunisti ed i fascisti ad amare il partito unico.
Oggi è rimasto Silvio Berlusconi a volere il partito unico del centro-destra.
Lo vorrebbe tipo i Rep americani (ovvero il Grand Old Party) sognando di essere il Donald Trump italiano: ambizione tardiva.
A parte il fatto che il Partito repubblicano americano sta vivendo una contrapposizione interna che determina, di fatto, l’esistenza di tre poli (Dem, Rep moderati e Rep trumpiani), in Europa ed in Italia non si sono mai visti due schieramenti monopartitici contrapposti.
Quindi il sistema statunitense bipartitico è semplicemente improponibile nel Vecchio continente, dove esistono tendenze seccamente alternative, ricche tuttavia di mille sfumature.
Di conseguenza l’impossibile bi-partitismo resta un sogno di Berlusconi (come lo fu, sull’altra sponda e per poche settimane, quello di Renzi per il suo Pd a vocazione maggioritaria).
Il progetto berlusconiano è, in realtà, molto più riduttivo: un Pdl atto secondo per imbrigliare la Meloni.
Resterebbe fuori da questo disegno nuovamente la Lega.
E la Dc.
Inoltre, di sinistre ve ne sono almeno due, quella di Conte ed il Pd.
Ed il terzo polo, ancorché sopravvalutato e zeppo d’incertezze, è tortuosamente vivo e non appare assimilabile alla logica bipartitica.
E, poi, per noi democratici-cristiani e popolari pesa una vicenda mai dimenticata.
Quella del 1994, quando Progressisti e Polo delle Libertà, in nome dell’ o di qua o di là, schiacciarono Il Ppi ed il Patto per l’Italia di Segni e Martinazzoli.
Che cosa ha portato quella stagione di semplicistica contrapposizione, di derby della politica a tutti i livelli, di condizionamenti delle estreme su entrambi gli schieramenti?
Al disastro della seconda repubblica, al declino sempre più palpabile del Paese, cui la Democrazia Cristiana intende contrapporsi e reagire.
L’inizio dei disastri, guarda caso, è sempre qualche seducente progetto di semplificazione e di riduzione degli spazi di democrazia e di rappresentanza dando sempre meno voce ai cittadini e sempre più strumenti ad una classe dirigente oligarchica attenta solo ai propri interessi.
La Democrazia Cristiana rappresenta, al contrario, un progetto che mira al coinvolgimento della società e dei singoli.
Per questo dice: bipartitismo?
No, grazie